martedì 30 agosto 2016

Bello FiGo: un'estetica decadente e crepuscolare.

Bello FiGo Gu (ex-Gucci Boy) non ha certo bisogno di presentazioni, ma l'apparente ingenuità compositiva dei suoi brani viene spesso sottovalutata e resa oggetto di scherno dagli utenti delle piattaforme sociali del calibro di Facebook e Youtube. Noi non siamo d'accordo, ma bisogna pur riconoscere che è grazie allo scherno che il suo Verbo viene diffuso e acquista maggior popolarità, e ogni commento negativo non può che risultare sterile e vano. Del resto, chi si metterebbe sul serio a fare una critica analitica e costruttiva dell'opera del Poeta, oltre a noi? Inutile attendere risposte.

La poetica di Bello FiGo è fondata sull'edonismo, la ricerca dell'essenza degli oggetti appartenenti alla quotidianità e l'estenuante iconografia degli idoli della cultura popolare italiana. La poesia di Bello FiGo è sia soggettiva che oggettiva: la componente autobiografica è massiccia, ma il Poeta si rende egli stesso oggetto della poesia, identificandosi nei personaggi che va ad analizzare. Semplicemente basandosi sul fatto di essere bello e ricco, è riuscito a paragonarsi a Carlo Conti, Silvio Berlusconi, Matteo Renzi, Francesco Totti, Bruno Vespa e molti altri, dimostrando un evidente polimorfismo che nemmeno Ditto, il Pokèmon mutaforme, riuscirebbe a emulare.
Ad ogni modo, è risaputo da chi il Nostro abbia preso spunto.

"Carlo Contioh!"

Come abbiamo recentemente verificato, la scelta può ricadere su personaggi storici controversi, la cui ideologia viene discussa con estrema leggerezza. E non solo: il Poeta, nel brano Adolf Hitler, provoca il pubblico assumendo posizioni razziste, dichiarando, senza mezzi termini, che non gliene "frega un cazo" perché "sembra Aldolf Hitle". Notevole anche l'uso di giochi di parole nella prima strofa:

"In America mangiavo sempre pesce, quindi mi chiamavano Aldolf Fishler".

In Mussolini, invece, il Poeta riesce a trovare un nesso tra la sua figura e quella del dvce in base al fatto che non lavava mai i piatti in cucina, rivelando informazioni biografiche finora sconosciute sulla vita privata del dittatore. In che modo Bello FiGo ha scoperto che Mussolini non lavava mai i piatti in cucina? Il possesso di questi dati sensibili e occulti contribuisce a renderlo un personaggio scomodo di cui il governo dovrebbe sbarazzarsi in fretta.

Passiamo all'aspetto edonistico della Sua poetica. Il Poeta mostra una netta preferenza per le fighe bianche, che elogia in ogni canzone scritta di sua penna. Questo conferma le posizioni razziste già affermate in precedenza.
Il sesso in generale, invece, viene visto come qualcosa di bello e puro, che conferisce salute esteriore e interiore all'individuo. Ma si tratta si un sesso di casta.
Bello FiGo scopa perché è ricco e bello, sono le fighe che si inginocchiano davanti al suo sex appeal, e non si deve mai far pregare.Vuole fare invidia allo spettatore.

Chi è costui, il Poeta o il Capitano?

L'attenzione rivolta al sesso svela l'anima di un uomo passionale, romantico e vitale, un autentico D'Annunzio moderno. Un uomo che non ha paura di mostrare il suo lato più fragile, come nel caso di questa canzone, in cui persino il linguaggio del testo rivela una personalità sensibile:

"Se la figa dice che non sembro Francesco, io le dirò: «Guarda che ti sbagli.» "

L'umanità del Poeta è ben altra cosa rispetto al finto liberalismo umanitario della gente comune; il suo è vero impegno politico, un disperato grido di aiuto che invita a intervenire alla risoluzione di questioni di proporzioni globali. Ci riferiamo a Salviamo i marò.

L'uomo passionale e impegnato, tuttavia, nasconde un lato oscuro. Dietro l'abbandono sfrenato ai piaceri si nasconde un individuo solo e frustrato, che dà adito alla sua ira tramite atti di violenza e vandalismo. Ecco due validi esempi a riguardo:

"Entro nel negozio e rubo tutto, se arriva il buttafuori - giuro - io lo picchio; scopo la sua figa, poi lo guardo, lo guardo e faccio «Dico, io ti ammazzo!»"

Un'agghiacciante scena di violenza degna di un film di Tarantino, questo estratto di John Cena.
Passiamo al secondo esempio:

"Butto giù i segnali stradali, così la gente fa incidenti."

Devastante. Il Poeta riesce annuncia pubblicamente un'azione illegale, passando comunque inosservato all'occhio della legge: abilissimo e sfrontato.

La musa del Poeta.

Ma l'equilibrio interiore di Bello FiGo non precipita mai, grazie alle piccole soddisfazioni donategli dagli oggetti più semplici della vita quotidiana: la pasta col tonno, il formaggio di Parma, l'acqua calda, la pizza coi würstel, i videogiochi di calcio e molto altro. I sapori, i profumi, insomma, l'essenza di tutte queste cose viene codificata e demistificata attraverso la lente della poesia, senza escludere geniali intuizioni liriche dal processo creativo. Il Poeta riesce sempre a trovare quella parola che combacia perfettamente con il ritmo e la melodia della strumentale (basti pensare al bova-bova-bova sulla base della hit estiva Wiggle); inoltre, elabora combinazioni di sillabe diverse e alterna giri di parole partendo da una sola frase all'interno della stessa canzone. Una sorta di ingegnere della parola.
Ottimo è anche l'utilizzo della rima identica: in Matteo Renzi, numerosi versi terminano con la parola Renzi, il che suggerisce nell'inconscio l'immagine di un mondo distopico dove ogni aspetto della vita è controllato da un Matteo Renzi che non è più il Presidente del Consiglio, ma un vero e proprio Big Brother in cima allo Stato in una visione fantascientifica del bel paese.

Foto scelta casualmente.

Che dire, in conclusione, di Bello FiGo? Si tratta di un personaggio scomodo per l'Italia, capace di trattare temi scottanti con leggerezza, ma soprattutto di un poeta all'avanguardia, che non potrà essere compreso dalle masse nel giro dei prossimi vent'anni. Ma diciamo pure dieci, visto che i tempi cambiano sempre più in fretta.

- O

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