domenica 18 settembre 2016

-- SENZA TITOLO --

Graniti prendono il posto
di sabbie del tempo;
il soffio della penna
mi ha reso l'amante
che risponde alle sue lettere.
Non si parla
solo di stelle
e giumente notturne:
li conosce per bene.
Mi invita a rubare
i fruscii dell'erba
e le corse in treno;
vuole che inventi nuove storie.
Spesso è acerba
e dà la colpa a me.
Dice che sono distratto!
Mi desse un cannocchiale
se vuole che guardi
più a fondo nelle cose,
e dell'ossigeno
per risalire in superficie.

Chi è l'Altro?
La penna non dice il suo nome.
Non la cavi
con le lame più affilate
dal mio cuore.
Chi dice di averla rubata
l'ha solo emulata;
chi dice di odiarla
è il primo a bramarla;
chi dice che scrivo
mi dà del pittore;
per chi suono
sono un danzatore.
E allora
abbandoniamo i versi
sulle sponde dei mari
che un giorno cadranno
sui vostri cappelli.
Io e le cose siamo un regno:
non basta la parola insetticida
a soffocarci.

- J